Decreto legge per la riforma dell’assistenza anziani

Invecchiamento attivo, inclusione sociale, prevenzione della fragilità, assistenza sociale e servizi di cura sono tematiche di stretta attualità su cui riflettere e confrontarci.

L’invecchiamento della popolazione è, al tempo stesso, un trionfo e una sfida per la società. Se da una parte, infatti, l’allungamento della vita media è il risultato di continui e importanti traguardi in campo diagnostico e terapeutico, dall’altra l’aumento della proporzione di anziani impone necessariamente ulteriori attenzioni. Questi diventano i maggiori utilizzatori delle risorse sanitarie e deve essere garantito loro un invecchiamento sano, attivo e in salute, un accesso equo alla prevenzione e alle cure, adeguate politiche di inclusione, partecipazione e sicurezza. Lo stato di estrema vulnerabilità verso i fattori di stress indogeni e esogeni espone infatti l’individuo a un maggiore rischio di esiti negativi in termini di salute, configurando un problema molto serio nel nostro Paese.

Occorre, di conseguenza, la promozione del valore umano, culturale ed economico adeguata a ogni stagione della vita delle persone, indipendentemente dall’età anagrafica e dalla presenza di disabilità, limitazioni e restrizioni nelle loro autonomie. Occorre la promozione di attività di partecipazione e di solidarietà rivolte alle persone anziane nell’associazionismo e nelle famiglie, unita alla promozione della coesione tra generazioni per il miglioramento dell’organizzazione e della gestione di servizi pubblici. Tutto questo, infatti, compete al generale beneficio della collettività e delle comunità territoriali. Occorre, inoltre, anche provvedere alla promozione di ogni intervento idoneo a contrastare i fenomeni di solitudine sociale e deprivazione relazionale delle persone anziane, indipendentemente dal luogo dove vivono, con apposite attività di ascolto e supporto alla socializzazione, anche con il coinvolgimento attivo delle formazioni sociali, del volontariato e degli enti del terzo settore.

Un ulteriore passaggio è rappresentato dal riconoscimento delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio entro limiti e termini definiti, ai sensi di un’eventuale programmazione integrata socio-assistenziale e socio-sanitaria statale e regionale. Un approccio complessivo ed organico all’età anziana in tutte le sue dimensioni deve essere in grado di assicurare l’appropriatezza e la continuità dell’assistenza secondo le evoluzioni delle specifiche condizioni bio-psico-sociali. Si rende fondamentale, allora, un’adeguata valutazione multidimensionale dei bisogni e della capacità di natura sociale, sanitaria e socio-sanitaria, ai fini dell’accesso a una continuità di servizi per le persone anziane, per le persone fragili e per le persone non autosufficienti. Il riconoscimento degli specifici fabbisogni di assistenza delle persone anziane con pregresse condizioni di disabilità è la chiave per assicurare loro gli adeguati livelli di qualità di vita e la continuità con i percorsi assistenziali già in atto. Occorre dunque rivolgere impegno e risorse al miglioramento delle condizioni materiali e di benessere psico-sociale delle famiglie e degli anziani fragili, non autosufficienti e di tutti coloro che sono impegnati nella loro cura, prevedendo un’allocazione più razionale ed efficace. In questo, può essere di aiuto pure il rafforzamento dell’integrazione e delle interoperabilità dei sistemi informativi degli enti e delle amministrazioni competenti nell’ambito dei vigenti programmi di potenziamento delle infrastrutture e delle reti informatiche.

Il recente decreto governativo di pochi giorni fa presenta tutte le aspettative perchè questa assistenza alla fragilità degli anziani possa essere presa in considerazione. Non è più il tempo di battaglie per l’assistenza, dal momento che parliamo di problematiche che interessano 800.000 famiglie che vivono il dramma di vedere i loro cari divorati dal dolore. Famiglie che, è bene ricordarlo, sono spesso lasciate sole. In Italia, secondo le stime del Censis, circa 754.000 famiglie per pagare l’assistenza di un proprio caro devono in alcuni casi erodere o indebitarsi, finire i propri risparmi o vendere la propria abitazione. È l’ora di invertire questa rotta!

Paolo Formelli

Vice Segretario Nazionale FAP Acli

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