Il sistema previdenziale nell’epoca della crisi demografica e sociale

Buonasera a tutti i presenti e agli ospiti che si confronteranno sul tema delle prospettive del nostro sistema pensionistico alla luce della crisi demografica e occupazionale che sta vivendo il nostro Paese da alcuni anni.

Un ringraziamento particolare al presidente dell’INPS, professor Pasquale Tridico, per la gentile disponibilità e per la presenza, nonostante i suoi innumerevoli impegni, oltre per il prezioso contributo che porterà a questo nostro momento di riflessione. Un ringraziamento anche a tutti gli altri interlocutori, con i quali abbiamo condiviso le finalità e l’organizzazione di questo evento: Silvia Russo, Segretaria Generale Provinciale della CISL; Marco Randellini, Segretario Generale della Camera di Commercio Arezzo/Siena; Guglielmo Borri, Presidenti del Patronati MCL; Paolo Ricotti, presidente nazionale del Patronato Acli. Infine un ringraziamento al Segretario Generale delle ACLI, l’amico Damiano Bettoni, che modererà il dibattito.

Con questo mio intervento, porto il saluto a tutti i presenti da parte della FAP ACLI Federazione Anziani e Pensionati e da parte delle associazioni organizzatrici e mi permetto di introdurre brevemente il tema. Sappiamo da anni che il mondo sviluppato e, in particolare, il nostro Paese soffrono di importanti cali delle nascite e le misure dei differenti governi che si sono susseguiti non sono ancora riusciti a invertire questo declino.

Resta quindi di importante attualità porsi alcune domande. Come potrà reggersi il nostro sistema previdenziale a fronte di un incremento dell’aspettativa di vita, le generazioni del baby boom che arrivano alla soglia della quiescenza e soprattutto il calo contributivo per il fenomeno sopra accennato del calo demografico? Non soltanto, infatti, ci troviamo davanti alla carenza di lavoratori ma dobbiamo parlare anche della qualità del lavoro e delle retribuzioni limitate determinate dal lavoro precario. Il lavoro sommerso e la non presenza di una soglia di salario minimo stabilita per legge, come in molti altri Paesi dell’Unione Europea, determinano ancora nel XXI secolo condizioni di sfruttamento e forme di evasione contributiva.  Su questi temi in particolare ci sono stati solo pochi giorni fa importanti interventi e appelli del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del Presidente della Conferenza Episcopale, Matteo Maria Zuppi.

Come affrontare il tema del nostro dibattito senza porre l’attenzione alla qualità del lavoro e alla quantità del salario necessario per sostenere le famiglie? L’INPS è uno strumento per la gestione del sistema previdenziale, ma senza un corretto e profondo lavoro sui temi indicati non potrà sicuramente reggere lo sforzo per accompagnare con dignità tutti coloro che matureranno il diritto alla pensione nei prossimi decenni. Senza un corretto e tempestivo intervento politico per le questioni sopra sinteticamente esposte non sarà possibile nessuna soluzione che non siano assegni di pensione assolutamente inadeguati al sostentamento dei pensionati.

Vi ringrazio per l’attenzione e lascio la parola al nostro moderatore Damiano Bettoni.

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